Boris Vian, a cinquant'anni dalla sua morte la Francia lo celebra
Boris Vian è stato un autentico genio, uno di quei personaggi di limpida intelligenza e bruciante ironia, scrittore ecclettico della cerchia dei patafisici di Raymond Quenau e Georges Perec, trombettista jazz, cantautore geniale e irriverente (autore di canzoni simbolo come la bellissima Le deserteur e On est pa la pour se faire engueler, ma il cui destino beffardo fu di morire a soli 39 anni, in un modo degno di uno dei suoi personaggi.
La mattina del 23 giugno del 1959 Vian si trovava al cinema Marbeuf, stavano proiettando l’anteprima del film tratto da uno dei suoi romanzi più discussi, Sputerò sulle vostre tombe, un noir geniale, assolutamente da leggere, che tra l’altro gli costò denuncie e guai. Vian si era già lamentato della scarsa fedeltà della pellicola che sfalsava completamente il suo graffiante libro e dopo soli cinque minuti di proiezione iniziò a sbottare e venne stroncato da un infarto. Pare che le ultime parole siano state: “Questi tizi dovrebbero essere americani? col cazzo!!”.
Ora, a cinquant’anni dalla sua prematuro e beffarda morte, la Francia lo celebra con una serata alla storica Salle Pleyel, tra gli invitati anche Carla Bruni Sarkozy e Johnny Hallyday, personaggi che Vian, se fosse ancora tra noi, avrebbe certamente pungolato con la sua sferzante e irriverente ironia. In Italia, proprio in occasione di questo anniversario, la casa editrice Stampa Alternativa ha appena pubblicato “Musica e Dollaroni”, a cura di Gianfranco Salvatore, e un saggio di Vian che si scaglia contro l’industria della canzone.
La mattina del 23 giugno del 1959 Vian si trovava al cinema Marbeuf, stavano proiettando l’anteprima del film tratto da uno dei suoi romanzi più discussi, Sputerò sulle vostre tombe, un noir geniale, assolutamente da leggere, che tra l’altro gli costò denuncie e guai. Vian si era già lamentato della scarsa fedeltà della pellicola che sfalsava completamente il suo graffiante libro e dopo soli cinque minuti di proiezione iniziò a sbottare e venne stroncato da un infarto. Pare che le ultime parole siano state: “Questi tizi dovrebbero essere americani? col cazzo!!”.
Ora, a cinquant’anni dalla sua prematuro e beffarda morte, la Francia lo celebra con una serata alla storica Salle Pleyel, tra gli invitati anche Carla Bruni Sarkozy e Johnny Hallyday, personaggi che Vian, se fosse ancora tra noi, avrebbe certamente pungolato con la sua sferzante e irriverente ironia. In Italia, proprio in occasione di questo anniversario, la casa editrice Stampa Alternativa ha appena pubblicato “Musica e Dollaroni”, a cura di Gianfranco Salvatore, e un saggio di Vian che si scaglia contro l’industria della canzone.
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