sabato, aprile 25, 2009

PK: Peter Kolosimo, sognatore patafisico di Massimo Pietroselli

Se vi piace sognare, sognate.
Polvere d'inferno

Dobbiamo immaginare, poichè la Storia in questo tace, degli uomini a cena. Studiosi di archeologia, di misteri ancestrali, esperti d'esoterismo, accaniti divorati di documenti dimenticati dalle scienze ufficiali (almeno, a loro dire), allineatori di impossibilità e comparatori di mitologie, stanno commentando un passo del tecnografo groenlandese Knud Rasmussen relativo a certe leggende eschimesi. Intorno a loro, riproduzioni di statuette bizzarre che sembrano opera da un Karel Thole maya, etrusco o atlantideo, proiettano sulle pareti ombre lunghe.
" Gli uomini non conoscevano il sole. Vivevano nell'oscurità, il giorno non sorgeva mai. Soltanto nelle case avevano la luce. Bruciavano acqua nelle loro lampade, perchè a quel tempo l'acqua poteva bruciare. Ma la gente, che non sapeva come morire, diventava troppa: aveva sovraffollato la Terra, e allora venne un grande diluvio. Molti annegarono, e allora vi fu meno gente. Sulle cime delle montagne, dove spesso noi troviamo mitili, vediamo le tracce di questo diluvio."
Uno dei commensali è Robert Charroux, esploratore e archeologo dalle idee piuttosto anticonvenzionali. Con un buon sorriso, sempre a metà tra realtà e sogno scientifico, commenta:
— Supponiamo di essere a bordo di un'astronave lanciata nello spazio. Il giorno, fuori, non sorgerebbe mai, solo nella nostra "casa" avremmo la luce. E il combustibile? Nell'idea di un primitivo potrebbe essere soltanto "acqua che brucia".
— Ma questa è pura science fiction! — replica uno.
— Sicuro — ribatte il sorridente Charroux. — Ma provate voi a trovare un'altra versione.
Peter Kolosimo (1922-1984) riporta queste memorie nel suo Fiori di Luna. Ecco il suo commento alle parole di Charroux: "Non la trovammo, e ad ognuno di noi non rimase che fantasticare su remotissimi ricordi di viaggi spaziali giunti agli eschimesi, ovviamente deformati, attraverso chissà quante generazioni."
Fu davvero un grande sognatore, Peter Kolosimo. Come Don Chisciotte, si costruì nel corso degli anni una biblioteca assolutamente sui generis e plasmò con logica inverosimiglianza teorie di fantarcheologia di cui rivestì il nostro lacunoso passato e che espose in best-sellers mondiali. Ebbe legioni di imitatori più o meno sinceri, spesso interessati solo a sfruttare la strada milionaria tracciata dal nostro prototipo di investigatore dell'impossibile. Non è scopo di questo articolo indagare sulla sincerità di Kolosimo né sulla validità delle sue proposte, ma i suoi libri trasudano passione e amore per il mistero, per la favola, per la fantascienza, per l'avventura: in una parola che le condensa tutte, per il sogno. Fu un Jules Verne che decise di scrivere saggi invece che romanzi, e i suoi libri ci paiono difatti, in ultima analisi, romanzi in forma di saggio. E in quest'ottica costituiscono una lettura divertente, interessante, persino entusiasmante. E', come al solito, una pura faccenda di sospensione dell'incredulità o della giusta chiave di lettura...

venerdì, aprile 10, 2009

LE ECCEZIONI
André Breton, 1934
Il marchese de Sade ha riguadagnato le interiora del vulcano in eruzione
da dove era venuto
con le sue belle mani ancora a frange
i suoi occhi da donzella
e questa ragione a fior di si salvi chi può che non fu
altro che sua
Ma dal salone fluorescente a lampade di viscere
non ha smesso di lanciare gli ordini misteriosi
che aprono una breccia nella notte morale
è attraverso questa breccia che vedo
le grandi ombre scricchiolanti la vecchia corteccia minata
dissolversi
nel permettermi di amarti
come il primo uomo ha amato la prima donna
in tutta libertà
quella libertà
per la quale lo stesso fuoco si è fatto uomo
per la quale il Marchese de Sade sfidò i secoli
con i suoi grandi alberi astratti
di acrobati tragici
aggrappati ai fili di ragnatela del desiderio.

WANTED numero 15 gennaio 1999, Illustrazione all'articolo di Victor Joseph
VICTOR JOSEPH PER I PATAFISICI

La patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie inoltre Tutto è possibile (Alfred Jarry)

Gli scrittori patafisici hanno trasmesso con la loro libera immaginazione un impulso gigante alla tendenza sempre in atto di demistificazione del linguaggio classico, accademico, burocratico, romantico ecc. usando i mezzi della scomposizione e assemblaggio di parole e frasi, associazioni disconnesse dagli schemi, giochi di linguaggio, liste dell'assurdo e così via.
Nella seconda metà del milleottocento i calligrammi francesi e i nonsense inglesi avevano dato voce a un desiderio di revisione della tecnocrazia letteraria imperante, rappresentata da eccelsi scrittori di regime.
La forte spinta eversiva dei rinnovatori come sempre veniva adocchiata, catturata e reimpostata dai politici del positivismo storico; così si spiegano tutte le false credenze circa l'interventismo del 1914 dei movimenti di avanguardia culturale e politica.
Ma la patafisica si interessa alle eccezioni e attraverso queste si rinnova.
Muore Jarry nel 1907; muore G.Kahn, inventore del verso libero, "colui che viaggia in palazzo", muore Paul Gauguin, "fondatore dell'arte accademica tahitiana", muore Jules renard, "colui che scortica" (Alfred Jarry), ecc.ecc.
Nascono, o rinascono, a seconda dei punti di vista, Queneau, Boris Vian, Max Ernst e altri che danno vita a circoli patafisici negli anni '50.
Nel caldo etilico della tana esistenzialista rinascono le parole scambiate, la trama dei sogni, lo sberleffo ai potenti, la sessualità informale, l'odore delle frasi e ciò di cui non si può parlare:

"Suono, luce, vibrazione e forma si fondono e si uniscono: il lavoro è uno. Procede secondo la legge e nulla può fermarlo. L'uomo respira profondamente. Concentra le forze, ed emette la forma pensiero. 1951 A TREATISE ON WHITE MAGIC Alice A.Bailey"

Le parole, come i suoni, come le idee sono enti autonomi;
il suono manifesta l'esistenza, la parola dirige la volontà, l'idea è il bersaglio.
La compenetrazione degli opposti genera il cambiamento.
Le idee corrono veloci sopra il flusso della storia, coloro che ci allevano le catturano e le usano come fruste per dirigere le masse, come mandriani.
Alcune idee corrono troppo veloci e non vengono catturate, ma si spingono troppo più avanti, perdendo così il contatto con la madria.
La scienza patafisica ha seguito un'accelerazione progressiva che la porta parallela puntuale centrata allo scoccare del terzo millennio.
Con tanti baci
Victor Joseph (1909 - 2016)