domenica, marzo 18, 2007


Le "Phalanstère" à Corbeil (Seine-et-Oise), 1898 : A. Vallette préside un déjeuner. Sont, entre-autres, présents autour du directeur du Mercure de France, A. Jarry, dans le fond à droite et Rachilde, au premier plan.

domenica, marzo 11, 2007





U C C E L L I

Roma è un casa ospitale
e generosa agli uccelli.
Dentro il raccordo anulare,
su una superficie
di 360 chilometri quadrati,
vengono a nidificare
ben 74 specie
di colorati
volatili.
*
La città, a ogni specie
assicura clima mite,
assenza di cacciatori,
cibo a portata di becco -
ambienti insospettabili
si rivelano ottimi habitat.
*
E Roma è attraversata
da gheppi e barbagianni,
da civette e picchi,
cuculi, gallinelle
d'acqua e tuffetti,
martin pescatori, gabbiani -
da germani reali,
quaglie, fagiani, assioli,
allocchi e succiacapre
e perfino gruccioni...
*
...si spostano
da un capo all'altro
della città, e sopratutto
nei cunei
verdi - l'Appia, il più vasto:
partendo da Ciampino
passa per Caffarella,
ed oltre il Palatino
arriva al Campidoglio.
*
A nord c'è il Pineto,
il Parco di Veio, Villa Ada -
e Monte Mario.
Ad ovest
con la Pisana, Bravetta,
la valle dei casali - ed infine
Villa Pamphili, e il Gianicolo.
*
Negli anfratti del Colosseo,
del Foro Romano, alle Terme
di Caracalla
o a Palazzaccio (pensate!)
i gheppi, i piccoli falchi
colore fulvo e bruno
trovano un bel surrogato
delle pareti rocciose
da loro tanto amate.
*
Ed ecco il Tevere, poi -
là dove i muraglioni
(nelle periferie)
non hanno compromesso
l'habitat, il pendolino
(il suo nido ha la forma
di un fiasco - tutto
peluria - attaccato
ai rami dei salici
penduli sopra l'acqua)
si accompagna
al martin pescatore.
A difendere
i suoi piccoli
dai predatori
questo pennuto di vivaci
colori - blu,
arancio, verde smeraldo -
scava un cunicolo
con l'ingresso strettissimo,
e in cavità sotterranee
depone le sue uova -
si posa
sui rami a pelo d'acqua
nelle zone paludose
e piomba fulmineo
col becco sottile
sui piccoli pesci...
*
...e ancora -
tra gli ospiti del fiume
la gallinella d'acqua, il tuffetto,
la ballerina gialla. E nei suoi
ambienti palustri, l'airone
cinerino e il porciglione,
il gabbiano reale...
...e laggiù alla Magliana
dove il Tevere piega
nell'ansa fuorimano
ecco, in fitta colonia,
il nero cormorano
*
Nel centro storico vivono
anche le taccole,
famiglia dei corvi,
e i piccioni
- che con loro dividono i cornicioni -
non hanno vita facile!
Le taccole predano le uova
ed i piccoli: grave
iattura per i poveri piccioni
ma utile servizio
per la comunità cittadina, assediata
da quella specie infestante.
*
Quanti piccioni! Quanti!
Zampettano nei parchi,
inseguiti dai cani
che mordono l’aria invano
mentre quelli
svolano più lontano
ed al loro richiamo
sembra risponda il merlo nero
zirlando sopra un ramo.
*
Sui tetti, coi rondoni, fa il nido
il balestruccio: e guai
scambiarlo con la rondine;
a differenza della quale
ha il dorso bianco e la coda
triangolare
(timidetta
e scontrosa, la rondine
solo in campagna nidifica).
*
Portarono allo zoo
un gabbiano ferito.
Era
di primavera,
stagione degli amori, e quell'ospite
nel recinto dei pinguini
cominciò a inviare
i suoi richiami.
Una femmina scese...
…continuò quell'amore
negli anni successivi, una volta
nel recinto
degli elefanti, poi in quello delle tigri.
Adesso i gabbiani,
sui tetti inaccessibili
delle chiese
eletti a dimora,
hanno ritrovato
la solitudine del mare.
*
Nelle grandi serene d'autunno
quando la tramontana
fa tagliente l'azzurro,
gli storni
in globi e nuvolaglie
traversano i cieli di Roma
con mille capriole,
salutando l'arrivo
di tramonti rossi e viola -
piombano giù, si rialzano,
si posano in gran schiere,
ospiti malgraditi
di strade, di viali, di platani
e delle nere querce
per tutta la città.
*
A non tradire la sua
leopardiana solitudine
il passero solitario fa il nido
sui più alti cornicioni -
li lascia per brevi voletti
(lo riconosci
perché è simile al merlo,
ma d'intenso blu ardesia)
e va a caccia di insetti.
*
Quanti uccelli su Roma,
una città grande e buona.
A frotte, a sciami, in coppia
o solitari -
di stanza
o pellegrini e forastici
ma sempre lieti e vari
nel cielo chiaro o scuro
intrecciano la danza
sotto i cieli di Roma.
Angiolo Bandinelli
(da un articolo
di Cecilia Gentile,
su "La Repubblica", 8 genn. 1995)