VIZIO E VIRTU' di Victor Joseph
VIETATO AI MAGGIORI DI ANNI DUE
RACCONTO DA SCOGLIO pubblicato su WANTED numero diciotto luglio millenovecentonovantanove - anno tre
C'era una volta, molto tempo fa, il regno di Vivaddio, dove un re e una regina vivevano con il loro unico figlio maschio, il principino Diamante; il regno era vasto e confinava ad est con le province imperiali dell' Occidente.
Il piccolo principe crebbe languido e un po' svogliato tra trastulli e vizi; il re era un erotomane, giocondo con pancia, indaffarato nel godere epicureo e/o neoplatonico; la regina madre, triste, disillusa, molto probabilmente del tutto frigida, non riuscendo più a desiderare, rifletteva sul figlio una bellezza acquatica di eterno feto.
Ai margini del regno, nella più misera provincia di Caccasec, vivevano, leggeri e veri, cioè, poveri in carne, due artigiani, maschio e femmina, con la figlia Beatrice, una giovane donna con un alone vero di luce, intorno alla pelle, visibile ad occhio, più che nudo, denudato dall'impatto col suo odore naturale.
Un giorno la Maga di Babilonia, in cerca di nuovi volti per gli spettacoli nelle province imperiali, ormai saturo di bellezze locali e importazioni bianche e nere, si trovò a passare da Vivaddio con il suo fantasmagorico seguito di streghe, bei ragazzi, animali rari e servitori multietnici.
Il re e la regina la accolsero da buoni vicini e organizzarono una cena con dopocena in terrazza e fuochi artificiali; la Maga, quando si avvide del bel principe malinconico e un po' anoressico, si leccò i baffi senza alcun ritegno guardandolo negli occhi:
"Hai mai fatto un provino, tesoro?" gli chiese in presa diretta.
"No, ti dirò, non credo ..." rispose il pallido.
"Vieni con me ai Mass Studios dei Centri Imperiali; potrai conoscere importanti produttori autorevoli che ti apriranno la porta del successo con metodi dolci; sarai famoso, e ..."
"Interessante! ", interruppe la regina madre, "sarei molto contenta per te e magari ogni tanto ti verrei anche a vedere; è così noioso questo regno! Sono sicura che in un luogo come i Centri Imperiali la vita è diversa, più piena! A volte cambiare città può cambiare la vita, sono sicura. Vai, vai figlio mio, ho sempre sognato per te un futuro di successo nei Mass Studios, dei Centri Imperiali!"
"Fare il giro del mondo è come fare il giro dell'orto", disse una gazza parlante al re facendogli il solletico fra le gambe.
Ci vollero i buoni uffici della strega Oraline che impiegò gran parte della notte nel convincerlo: all' alba il re, in stato preinfartuale, si disse senz'altro d'accordo e firmò il beneplacito per lo sfruttamento dei diritti e gli accordi percentuali.
Oraline scoprì nel primo pomeriggio, svegliandosi,di avere alcune protesi fuori posto e corse urlando da Maga per chiedere i danni; la trovò gonfia come un' ape regina o una zecca, a seconda dei punti di vista. Nel suo enorme letto variopinto giacevano bianchi come cenci lavati quel che restava di Diamante e di due giovani neri sbiancati dalla paura che erano serviti di rinforzo per il suo appetito leonino.
Assegnò ad Oraline la compilazione della lista spese e ordinò una livrea del seguito per Diamante, firmata da Geniozzo Bucci; al povero principe tremavano un po' le gambe, la sua voce aveva preso un che di petulante, ma si accinse di buon grado e speranzoso alla nuova vita.
La carovana di ritorno passò per le periferie di Caccasec; la vettura nera di Maga, con accessori rossi, sgassava sotto la guida nervosa dell'infante; notarono, notò Beatrice che camminava con la classica brocca dell'acqua, sicura nella sua giovane bellezza divina.
Diamante inchiodò, strizzò l' occhio a Maga e leccandosi le labbra come la réclame del Campari ammiccò la splendida e cercò di dimostrare di aver imparato la lezione.
"Ehi, bambolina, hai mai fatto un provino?"
"No, signore, buongiorno!"
"Vieni con noi, unisciti! Siamo in viaggio verso i Centri Imperiali e abbiamo posto per te ..."
"Verrei volentieri, ma sto andando da mia nonna che è vecchia, sola e malata, se mi vuoi aspettare dopo verrò."
Maga si sporse passando sopra al ragazzo e sbraitò:
"Niente aspettare, niente! Se vuoi, o non vuoi, una posizione, andiamo, comoda, non so se mi spiego ..."
"No grazie, signora, sto bene dove sto, auguri, arrivederci e grazie."
La divina creatura svanì, odore di fiori, e Maga invece di arrabbiarsi le fece il dono che spetta di diritto alle belle donne che stanno bene dove sono: Naturali Storie di Cuore, par fum; donò a Diamante, per consolarlo, l'indigente Profumo di Tomba.
Vissero felici e lieti tutti: Maga, Diamante, Beatrice, re e regina, nonni, genitori, cuori e somari, e seguito.
Oppure: la stessa energia che ci vuole per trasgredire ci vuole per rinunciare.
Oppure: la forza che permette alla pianta di piegarsi è la stessa che permette al vento di spezzarla.
Leggera è la foglia
Pesante la via
Dite la vostra
Che ho detto la mia.
FINE
DEFINIZIONE – La patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie, che accorda simbolicamente ai lineamenti le proprietà degli oggetti descritti per la loro virtualità. . . . da alfred jarry, gesta e opinioni del dottor faustroll, patafisico, 1911
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